A CENA CON UNO SCONOSCIUTO: CON LE CESARINE DIVENTA REALTA'

15/05/2018

A CENA CON UNO SCONOSCIUTO: CON LE CESARINE DIVENTA REALTA'

A CENA CON UNO SCONOSCIUTO: CON LE CESARINE DIVENTA REALTA'

Nata a Bologna nel 2004 come associazione che raccoglieva un gruppo di cuoche amatoriali allo scopo di tutelare cibi e ricette tradizionali, Le Cesarine è oggi una start up di successo, Home Food, che recluta sempre più “Cesarine” e “Cesarini” e vanta un fatturato in continua crescita.
 
Nel 2016 il marchio è stato acquisito da Davide Maggi, imprenditore del settore, che lo ha trasformato, assieme a Massimiliano Benedetti, nella piattaforma di cucina casalinga italiana che digitalizza l’offerta delle cuoche casalinghe rendendola accessibile agli interessati, per la maggior parte turisti stranieri.
 
Veronica Politi, Comunication Specialist presso Home Food, e Davide Maggi, AD di Home Food, hanno risposto per noi ad alcune domande.  
 
Veronica potresti descrivere come funziona l’attività?
Siamo il primo network italiano di cuoche domestiche, abbiamo più di 400 Cesarine in quasi tutte le regioni d’Italia, si tratta di persone, appassionate di cucina o impiegate professionalmente nell’ambiente, che decidono di aprire le loro case per ospitare turisti provenienti da diverse parti d’Italia e del mondo, in modo da far conoscere loro le vere ricette tradizionali del proprio territorio.
Le Cesarine, così chiamiamo le nostre cuoche, propongono ricette tramandate dalle nonne, dalle mamme, o dalle zie, in modo da salvaguardare quello che è il patrimonio gastronomico italiano, che è immenso e che subisce continue trasformazioni, spesso a scapito delle tradizioni.
Alla Cesarina viene richiesto di preparare piatti tipici del luogo in cui risiede, siamo comunque aperti ad accogliere, se prima concordato, ricette del suo paese di provenienza, qualora differente. Questo perché pensiamo che se un turista arriva a Milano per esempio, vuole assaggiare piatti tipici della cucina milanese, quindi cerchiamo un attimino di mediare tra le varie esigenze.
 
Il momento del pranzo o della cena è un momento di condivisione tra il cliente e la Cesarina?
Tendenzialmente si, è un’esperienza a 360°, la Cesarina siede a tavola con loro e racconta la storia delle sue portate. Può succedere però, durante un pranzo d’affari per esempio, che si richieda un po’ più di privacy, in quel caso la Cesarina non siede a tavola, ma resta centrale la parte dello storytelling delle pietanze, che è anche la cosa particolare e ciò che viene maggiormente richiesto.
 
Qual è il valore aggiunto che la parte digitale ha dato all’associazione?
Attraverso il sito i potenziali utenti ci trovano e ci contattano, quindi la parte digitale è fondamentale per quanto riguarda il primo contatto con i nostri uffici. A quel punto noi interpretiamo le varie richieste personalmente, contattiamo sia il cliente sia la cesarina e valutiamo le differenti disponibilità, capiamo quando è possibile fare l’evento, lo decliniamo in base alle diverse esigenze, un compleanno, un anniversario, e a quel punto organizziamo un evento su misura per il cliente.
 
Davide come nasce l’idea di questa start up innovativa?
L’Idea in quanto associazione preesiste, e nasce dall’iniziativa di Egeria Di Nallo, docente di Sociologia presso l’Università di Bologna, mia relatrice. Io poi, quando ho appreso del progetto, ho contribuito a trasformare un’associazione che preserva la cucina italiana in una sorta di airbnb di cucine casalinghe.
 
Qual è il vostro manifesto? Cosa volete trasmettere al cliente?
Al cliente vogliamo trasmettere la bellezza e l’ospitalità delle case italiane, facendogli provare la vera cucina casalinga e donandogli anche la possibilità di fare dei corsi di cucina insieme alle nostre Cesarine. Vogliamo trasmettere i valori propri della casa e della cucina italiana che credo solo l’Italia abbia in così tanta varietà.
 
C’è mai stato un problema legato alla sicurezza o comunque di diffidenza nel far entrare, in una dimensione intima come la casa, uno sconosciuto?
Per il momento è stato vissuto tutto molto bene. Sia i clienti che le Cesarine sono state tutte molto contente e non ci sono mai stati episodi spiacevoli. Solo una volta mi hanno raccontato che tre russi avevano bevuto un po’ troppo a casa di una Cesarina ed è stato un po’ difficile farli uscire di casa, però è comunque rimasto tutto nella giovialità. Noi abbiamo in ogni caso un’assicurazione che copre entrambe le parti: l’ospite e la casa; inoltre viene sempre fatto un controllo su entrambe le parti.
 
C’è stato nella tua attività un brutto momento e, se si, come l’hai superato?
No, non direi brutto, ma è stato tutto molto molto complicato, perché prima ho dovuto costruire un’offerta dove non c’era. Voi adesso sapete che è normale dormire da un privato, si chiama airbnb, noi stiamo scommettendo sul fatto che possa essere normale mangiarci.
È stato complicato perché non è stato facile costruire un team; non è stato facile dimostrare che c’è esattamente una reale domanda, eppure in questo momento il nostro fatturato va molto bene, sono soprattutto gli americani a comprare le nostre esperienze; infine terza cosa non banale è stata trovare dei soci che abbiano creduto e scommesso su questa attività.
 
Essere già un imprenditore ti ha agevolato in qualche modo?
Essere imprenditore ti dà quel tocco di insanità mentale che ti spinge a cercare le cose che non ci sono. Quindi si, questa componente di rischio, di vedere al di là delle cose, aiuta.
 
Che consiglio ti senti di dare a chi decide di avviare una nuova attività?
La cosa che ho imparato, guardando ai miei soci, è che le persone più brave, sono quelle più capaci di circondarsi di talenti, perché il tuo talento personale non vale niente se poi non ti circondi delle persone giuste. Quindi il consiglio che sento di dare è, prima di tutto, quello di cercare talenti, a prescindere dal fatto che si possa averne o meno.

Stefania Bleve


 
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